Ecco le due lettere della nuova puntata de La Posta di Ilariafritta.
Cara nuova dottoressa di
Cioè,
ti ho cercato a lungo e
finalmente ti ho trovato, non sapevo che adesso ti facessi chiamare Ilariafritta,
è un nome buffo, ma non è bastato a nasconderti, quindi eccoci qui.
Oggi ti scrivo per porti un
quesito spinoso: perché molti ragazzi e molte ragazze pensano che una ragazza
non abbia come i ragazzi il diritto di divertirsi come meglio crede e con
quanti ragazzi vuole?
La tua affezionata Gisella.
Cara Gisella,
ti rispondo solo perché la
domanda che mi hai fatto è interessante, ma voglio ribadire che non sono la
nuova dottoressa di Cioè e che io con Cioè non c’entro niente. Considera che so
dove abiti, sulla lettera c’era il tuo indirizzo di casa. Attenta a te.
Ma veniamo ora al tuo
spinoso quesito. La risposta è semplice, quello di cui tu parli si chiama
maschilismo. Secondo alcuni fini pensatori, la libertà degli altri dovrebbe
sempre essere un po’ meno libertà della loro, ma questo genera un tranello nel
quale sono in molti a cadere, ossia negare la propria di libertà. È cosa
triste, capillare, frequente. Il maschilismo di un uomo e di una donna è
proprio questo, cadere in una buca e non rendersi conto di avere tutti gli
strumenti per uscirne, quindi arredarla e restarci, pretendendo che ci caschino
e ci restino anche gli altri.
Tu, donna libera, puoi
certamente fare molto. Per esempio vivere la tua esistenza senza cadere in
buche scavate da altri, stando attenta a non scavarti la tua. Puoi vivere
libera dal giudizio, inseguendo la tua di volontà. Vivi e lascia vivere.
Infine, un consiglio
pratico: se sai che un ragazzo pensa che una donna libera sia una “troia”, una “zoccola”,
non dargli la possibilità di godere di questa fantastica cosa che è la chimica fra
due persone, dato che non potrà mai apprezzarla fino in fondo. Non dargli
nemmeno l‘opportunità di riprodursi. Ricorda che possiamo ancora fare la
differenza nella selezione naturale.
Tua Ilariafritta (non c’entro
niente con Cioè!)
Cara Ilariafritta,
sono Edoardo B. e ti scrivo
da Napoli.
Mi piace sognare, scrivere
canzoni e cantare. Amo il blues e la letteratura e penso che Pinocchio di
Collodi esprima alcuni dei nodi cruciali del nostro mondo occidentale. Credo
sia un libro da leggere e rileggere soprattutto da adulti, soprattutto quando
le nostre vite somigliano sempre di più a quelle di un burattino con i fili.
Spesso condivido i miei pensieri, che qualcuno definirebbe anarchici e che io
stesso non so come etichettare (e in fondo non mi va di farlo), con i miei
amici, ma loro non mi capiscono. È come se parlassimo lingue differenti e alla
fine mi danno del pazzo e finisce a mazzate di goliardia. Cerco solo un po’ di
comprensione a questo mondo, cerco, forse, un’isola che non c’è.
Caro Edoardo B.,
dato che non mi hai fatto
una domanda vera e propria, ti rispondo con dei pensieri che i tuoi hanno
suscitato in me. A proposito dell’isola che cerchi, io ti dico che, se ti
prendono in giro perché continui a cercarla, tu non darti per vinto, perché chi
ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle, forse, è ancora più pazzo di te.
Ilaria Pantusa