11 novembre 2009

Quello che il mattino è


Ci sono quelle mattine che iniziano bene ed altre che sono un disastro. Poi ci son quelle che non sanno farsi giudicare, perché sono un po' come la vita, alti e bassi.
Questa notte mi sono addormentata ripensando al pomeriggio appena trascorso. Non è stato facile bloccare il flusso di pensieri neri, quelli che appena sei felice punzecchiano la tua testa per far sì che essa diventi pesante, pesante proprio come quando mi lamento e mi piango addosso, pesante come me quando non riesco a vedere il polo positivo di ciò che accade, pesante come me quando non voglio uscire perchè se no mi preoccupo. Di cosa? Del mondo, di me, di nuovo del mondo e ancora di me.
Alla fine però mi sono addormentata ridendo del geniale Bukowski, che, non lo sapeva, ma aveva fra le mani il senso della vita, di una vita un po' cruda, un po' ironica, un po' fredda e un po' persa. I suoi personaggi almeno non stanno fermi, cercano comunque qualcosa. Loro, anche se in fondo, la luce ce l'hanno.
Mi sono addormentata pensando al nostro pomeriggio, pensando che è vero, quano ami qualcuno è meraviglioso vederlo dormire, lo vedi in tutte le sue dimensioni. Ciò che era, ciò che non è, ciò che è per te, ciò che sarà e ciò che forse sarà. Allora ho visto il suo cuore palpitare nei movimenti delle palpebre, negli scatti involontari, nei baci che mi ha dato da mezzo addormentato, nel calore delle sue mani e delle sue braccia che mi hanno stretta, nella sua presenza, nella forma di sè che ha lasciato sulle mie coperte, nella forma di sè che ha lasciato nei miei occhi.
La notte è quindi arrivata sotto forma di sogno, avevo delle sopracciglia perfette, forse scoprivo qualcosa di importante, poi non ricordo. 
Ci sono quelle mattine che iniziano e non sai né come né quando hanno avuto inizio, allora prendi la decisione di entrare a lezione un'ora più tardi e più tardi decidi di non andare proprio all'università. La scusa è che vuoi dormire e sentirti protetta dal caldo delle coperte, riposare la mente perchè ne ha sempre più bisogno.
Da qui iniziano i sogni che fanno sì che la mattinata dalle 11 e 30 in poi abbia un po' di pieghe, un po' di impronte sporche. Lo show onirico si apre con un individuo nascosto nella penombra della mia stanza che, con una spillatrice in mano, minaccia di squartarmi, io che mi spavento e rimpiango di non essere andata all'università. Nel sogno però mi riaddormento di nuovo e puff, sparisce anche lo strano individuo.
Ma è quando ti alzi dal letto che capisci che è mattina, anche se non sai se diluvia o se c'è il sole.
Ho pensato alla mattina quando ho deciso di prepararmi il cappuccino, invogliata da bustine di zucchero aromatizzate. Avevo scelto l'aroma di cacao e l'aroma di nocciola. Ero felice mentre preparavo il cappuccino, un po' meno quando ho assaggiato la bevanda zuccherata. Un sapore disgustoso, ho dovuto versare il tutto nel lavello e mi sono arrabbiata con me stessa per il latte e per il caffè sprecati. Maledetta curiosità, maledette bustine di zucchero aromatizzato, maledetti articoli di giornale che leggi di prima mattina e hanno come protagonista Belpietro che vorrebbe condurre un programma su Rai Due per contrastare Santoro, maledetti articoli in cui ti imbatti e in cui leggi di Berlusconi che a causa dei suoi impegni di presidente del consiglio non può farsi PROCESSARE. La soluzione è talmente semplice! DIMETTERSI e lasciare il posto a chi si occupa di noi e non dei propri affaracci.
Una mattinata però può anche migliorare. Biscotti tritati e cucchiaiate di Nutella, il mio gatto che vuole salire sul pc, musica bella, il mio uomo che tra poco verrà a trovarmi, i miei calzini con la mucca, io ancora in pigiama, le poesie per la casa editrice, chiamare giornalisti, quello che voglio fare nella mia vita.

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