25 febbraio 2011

Dall'agenda nel comodino, puntata X(alla seconda)



La Condizione Umana
 
Non ci si può più affacciare da una finestra durante un’assolata mattina romana senza alcun motivo pratico se non per ammirare la luce che dona bellezza a quelle superfici artificiali che altrimenti sarebbero solo fredda utilità.
Gli Altri infatti non sporgono il naso, ma le mani. E le mani talvolta reggono e scuotono una coperta su cui giacciono i reperti assonnati della notte, oppure una tovaglietta di quelle coi quadroni bianchi e rossi su cui delle briciole di biscotti dimenticate fanno fatica a rimanere aggrappate in quel momento di sospensione nel vuoto mattutino.
In una situazione del genere colui che vuole scrutare l’aria fresca è in assoluto svantaggio, non può lamentarsi dei reperti della notte e delle dimenticate briciole di biscotti che gli piombano in testa, perché quelle mani gli diranno “e tu che ci fai qui? Rientra dentro, non stai facendo nulla!” e come dare loro torto?
Perciò, forse nella notte, quel naso e quegli occhi curiosi saranno più liberi di guardare il mondo, magari lo inventeranno, perché l’assenza di luce del mattino modifica le forme e le rende ugualmente affascinanti.

18 gennaio 2011

Come un vetro della più fragile fattura


Tu mi conosci? Tu sai come sono? No, perché...
Perché altrimenti non tornerebbe tutto a vorticare verso quei tempi che ogni volta credo andati, ma che, puntuali come solo le cose che odiamo sanno essere, tornano a solleticare la memoria di una bambina che scappava piangendo, sbattendosi porte dietro porte dietro voci dietro ghigni dietro altre porte dietro volti dietro vuoti. E torna l'impotenza e il rimaner bloccata dietro a tante parole che non sanno uscire, perché...
Perché se il tempo non fosse circolare tutto questo non accadrebbe ogni volta e io non cadrei come un vetro della più fragile fattura.
Ilaria Pantusa
(De Chirico, "L'enigma dell'ora")