19 giugno 2012

Io sapevo cosa avrei fatto da grande, ma ora?


La differenza tra me e una qualsiasi altra persona che vive in questo mondo la fa la capacità di scegliere cosa è meglio per sé. Se io sapessi cosa voglio partirei avvantaggiata. Questo pensavo a 19 anni appena compiuti, quando a pochi giorni dagli esami di maturità sapevo già in quale università mi sarei iscritta, in cosa mi sarei laureata e cosa volevo fare da grande. Un anno dopo scrivevo per un giornale e i primi esami all’università erano andati bene. Sono passati tre anni da quelle scelte e dai conseguenti risultati e mi ritrovo un passo indietro rispetto ad allora. Sono sopraggiunte le inevitabili complicazioni del caso e, credetemi, io la forza per andare avanti ce l’avevo, ma ora, devo ammetterlo a me stessa, sono stanca. Ciò in cui credevo sta appassendo, mi sento confusa e disarmata, tutto va a rilento e non c’è quasi nulla che risvegli in me la fiducia verso il futuro. Ogni tanto mi viene qualche idea per un racconto o per un romanzo, ma sono tutti progetti che restano tra i miei pensieri nebulosi, così mi dico che ci penserò dopo gli esami e lascio ai 160 caratteri di un sms salvato tra le bozze i personaggi e le storie di un possibile romanzo.
Il mio desiderio più grande, ora, è quello di essere una donna soddisfatta e felice perché ha saputo compiere le proprie scelte e ha saputo far crescere ciò che ha seminato. Non voglio ritrovarmi tra qualche anno a pensare alla mia vita come ad una selva oscura, farmi trascinare dai venti del caso, perdere il controllo del timone, incespicare nel timore degli errori, dimenticare come ci si sente quando si fa qualcosa per passione, non sapere più cosa sono i sogni e l’amore per essi.

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