27 marzo 2015

C’è la musica in streaming e poi c’è la radio e c’è ancora La Radio…

Ci sono cose che la tecnologia non ridarà mai indietro, nel suo offrirci servizi e renderci la vita più comoda. Su tutte, il calore umano.
Non parlo della superficie liscia e metallica di un robot le cui braccia un giorno saranno in grado di cingerci e neanche di software futuristici in grado di organizzarci la giornata, scrivere lettere per noi e (forse) amarci platonicamente, come in Her.
Parlo di qualcosa di molto più quotidiano e alla portata di chiunque sia in possesso di pc, smartphone e tablet: i programmi di musica in streaming.

Quando Spotify è approdato sulle coste dello Stivale pensavo a un dono dal cielo. Migliaia di brani e tantissimi gruppi e cantautori fruibili gratuitamente, dovendo sopportare solo qualche manciata di minuti di spot pubblicitari ogni ora. Ma in confronto a quel ben di Dio quasi non sentivo la ridondanza dei jingle e delle voci entusiaste nel cercare di vendermi un prodotto qualsiasi, dall’abbonamento a Spotify Premium allo spettacolo del Circo de los horrores. 
Questo programma permette di tutto, dal creare playlist all’ascoltare radio di tutti i tipi, suddivise per generi, artisti, decenni, umori e momenti della giornata. Il modo migliore per scoprire musica in streaming. Eppure, eppure qualcosa manca.

Essendo cresciuta musicalmente e interiormente con la radio, quella vera, quella fatta da persone che parlano di musica, che prima di mandare un brano aprono la custodia che contiene il cd e fanno sentire quel suono quasi voluttuoso di dita che estraggono il disco e se lo rigirano tra le mani prima di inserirlo nel lettore, ecco, essendo cresciuta con questo, quella della musica in streaming non poteva che essere un’esperienza a metà.
Ascoltarla in questa modalità mi aveva impigrito.
Le radio non andavano oltre i confini che si erano date da sé, facendo risultare i brani tutti uguali, piatti, noiosi, che quasi non li sentivo e diventavano come un bel mobile in una stanza ben arredata, in cui le cose però si confondono l’una nell’altra fino a sparire, per assenza di quel tocco di personalità che farebbe la differenza.
E lo stesso mi accadeva con le playlist. Mi accontentavo di inserire la modalità casuale e quel che capitava, capitava. Non avevo mai tempo per godermi un cd intero e c’erano periodi in cui non avevo fantasia né stimoli per scoprire nuova musica, nuova linfa.

Quando a 14 anni ho scoperto una radio che fino a qualche anno fa per me è stata La Radio, ma che ora si è omologata fino a perdere la propria unicità nella trasmissione quasi forzata delle novità del momento e delle chiacchiere superficiali, a 14 anni per me è cambiato tutto.
Un mondo di musica, conoscenza e stimoli mi si è aperto, e penso che sia stato determinante per il corso intrapreso dalla mia vita.
Passavo tutti i pomeriggi e le sere ad ascoltare la radio e inevitabilmente la mia cultura musicale si accresceva, insieme alla mia collezione di cd, a cui sporadicamente si aggiungeva qualche vinile, che inseguivo desiderosa con la mia paghetta di adolescente, che quindi non mi bastava mai.
Virxilio Viéitez Bértolo
Sembra quasi di parlare di pomeriggi e adolescenze da anni ’70, se non fosse per il particolare dei cd e se non fosse che quell’età della mia vita risale ad appena dieci anni fa.

Per me le chiacchiere degli speaker erano quelle degli amici di una vita.
Quando parlavano di stupidaggini mi divertivano, ma quando parlavano di musica, e lo facevano a lungo, con passione e competenza, ero una spugna che assorbiva: il calore del loro amore si aggiungeva al mio e stimolava la mia voglia di conoscere, di esplorare, di scoprire. Ho sempre amato la complessità, la varietà e in quei pomeriggi ascoltavo di tutto: rock, punk, progressive, jazz, cantautorato italiano, alternative. Tutto!

Adesso che ho svelato a me stessa il lato noioso dello streaming e che ho scoperto un’altra radio, una con la “R” maiuscola, ho ritrovato quel calore e quella passione per la musica che fanno di uno strumento risultante dal progresso tecnologico un mezzo ricco di umanità e amore.

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