Andrew Wyeth, Vento dal mare, 1947
Mi piace il vento rappresentato
nell' arte visiva. È come se in un'immagine si riuscisse a cogliere qualcosa
che altrimenti non potrebbe essere afferrato. E questo quadro è meraviglioso,
sento l'odore del mare, un profumo di cui spesso ho bisogno.
A volte lo percepisco, o forse lo
immagino soltanto, eppure mi entra nelle narici un aroma di salsedine, e sto
lì, ad inebriarmi, a cullarmi tra ricordi d'infanzia, quando appena arrivata a
casa dei nonni, in quel posto sullo Ionio, la notte fremevo per l'imminente
mattinata al mare e una volta lì correvo sulla sabbia, posavo rastrelli e
secchiello e mi spalmavo la crema. E finalmente accadeva: assaporavo la
temperatura dell'acqua con la punta dei piedi, sospiravo, respiravo più mare
che potessi e mi tuffavo. Mi sentivo rinata, felice.
Ci stavo le ore in acqua,
incurante delle rughe sui polpastrelli, nuotavo, mi immergevo, sognavo di
essere un pesce, una sirena, una creatura fatta appositamente per quelle onde.
Tornavo a casa e sapevo di sale.
Quell’odore mi impregnava i vestiti, i capelli. Quell’odore mi ha impregnato il
cuore. E io lo respiro ancora, in questo quadro, così come in certe sere di
Roma.
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