02 agosto 2012

2 agosto 1980



"'Buonommo è nostro per un anno intero!'
E tutti sorrisero. Poiché una piccola debolezza di quel paese era l'ossequio ai potenti, fossero essi collaudati benefattori statali o grandi famiglie mafiose. E dopo ogni cratere di bomba e spasmo di indignazione si scatenava l'asta per i diritti cinematografici, dopo ogni grido di orrore la corsa per intervistare lo scannatore, e dopo l'abbraccio ai parenti il pensiero più o meno espresso che la vittima se l'era un po' cercata. E si correva a lavorare per il noto chiacchierato, per il riciclatore, per l'implicato, per l'amico di, e per il mafioso sì, ma tanto popolare."





Neanche a farlo apposta ho letto questo brano da "La compagnia dei celestini" di Stefano Benni proprio allo scoccare del 2 agosto, a 32 anni da quel "cratere di bomba" e da quello "spasmo di indignazione". Non credo che Benni si riferisse nello specifico a quella strage, forse parlava in maniera più generica, ma comunque stiamo parlando di uno dei tanti crateri e spasmi che hanno segnato la storia dell'Italia. Un paese che fonda la sua gloria e il suo orgoglio su un passato che non gli è mai appartenuto, un paese che somiglia ad una discarica a cielo aperto, e che è molto lontano dal rispettare i principi sanciti dalla sua Costituzione e dal Buon Senso.


Offlaga Disco Pax, "Sensibile"

‎"La parola "sensibile" è vaga come stelle dell'Orsa.

Francesca Mambro, protagonista dell'eversione nera degli anni '70,

si è presa qualche ergastolo 


per omicidi organizzati, realizzati, rivendicati, confessati, 

ma si è proclamata innocente rispetto alla strage di Bologna. 

Francesca Mambro era allora come oggi la donna di Giusva Fioravanti, 

un tizio colpevole di decine di delitti a sfondo labilmente politico. 

Delitti diventati famosi per la ferocia e la facilità con cui vennero commessi, 

spesso a danno di gente che nulla aveva a che fare con le sue cause, 

e a volte dettati dalla follia piuttosto che da un qualche credo neofascista. 

Un ragazzo la cui gioventù venne violentata da troppa televisione. 

Giusva era uno pronto per la Uno Bianca prima della Uno Bianca. 

Qualche anno fa un giudice chiese a Francesca 

perchè lo scelse come compagno di vita. 

A questa domanda rispose con una frase da ginnasio nichilista, 

lapidaria, 

nel senso di lapide: 

"Giusva era il ragazzo più sensibile che avessi mai incontrato". 

Che razza di tipacci fossero gli altri ragazzi che aveva frequentato 

non ci è dato sapere. 

Di sicuro Francesca con gli uomini non è stata fortunata, 

e la parola "sensibile" resta dubbia e ambivalente 

come il coinvolgimento dei NAR per i fatti del 2 agosto 1980. 

Francesca Mambro è citata nei ringraziamenti di un disco intitolato: 

"Abbiamo pazientato 40 anni, ora basta!" 

Sensibili anche loro. 

Per evitare di confondere la sensibilità con l'eversione fascista e stragista, 

stabiliremo dei limiti. 

Definiamo quindi neosensibilismo il nostro modo di essere sensibili. 

E tutto si distacca dalle ambiguità di Francesca Mambro 

da cui ci dissociamo anche per l'uso sconsiderato e irresponsabile del vocabolario. 

La signora Mambro e il camerata Fioravanti sono fuori di galera. 

Fa male ammettere che al momento vincono due a zero"









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