La differenza tra me e una
qualsiasi altra persona che vive in questo mondo la fa la capacità di scegliere
cosa è meglio per sé. Se io sapessi cosa voglio partirei avvantaggiata. Questo pensavo a 19 anni appena compiuti, quando a pochi giorni dagli esami
di maturità sapevo già in quale università mi sarei iscritta, in cosa mi sarei
laureata e cosa volevo fare da grande. Un anno dopo scrivevo per un
giornale e i primi esami all’università erano andati bene. Sono passati tre
anni da quelle scelte e dai conseguenti risultati e mi ritrovo un passo indietro
rispetto ad allora. Sono sopraggiunte le inevitabili complicazioni del caso e,
credetemi, io la forza per andare avanti ce l’avevo, ma ora, devo ammetterlo a
me stessa, sono stanca. Ciò in cui credevo sta appassendo, mi sento confusa e
disarmata, tutto va a rilento e non c’è quasi nulla che risvegli in me la
fiducia verso il futuro. Ogni tanto mi viene qualche idea per un racconto o per
un romanzo, ma sono tutti progetti che restano tra i miei pensieri nebulosi,
così mi dico che ci penserò dopo gli esami e lascio ai 160 caratteri di un sms
salvato tra le bozze i personaggi e le storie di un possibile romanzo.
Il mio desiderio più grande, ora,
è quello di essere una donna soddisfatta e felice perché ha saputo compiere le
proprie scelte e ha saputo far crescere ciò che ha seminato. Non voglio ritrovarmi
tra qualche anno a pensare alla mia vita come ad una selva oscura, farmi
trascinare dai venti del caso, perdere il controllo del timone, incespicare nel
timore degli errori, dimenticare come ci si sente quando si fa qualcosa per
passione, non sapere più cosa sono i sogni e l’amore per essi.
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