Fraintendimento. Bella parola vero?
Pensate, nella mia vita son stata fraintesa 10.598,9 volte.
Come faccio a saperlo?
Basta mescolare un po’ di ricordi dimenticati insieme a facce che non si vedono più. Poi son da aggiungere quelle poche volte in cui il volume della propria rabbia è aumentato e qualcosa come il senso di colpa. Un pizzico di coda di paglia ed il fraintendimento è pronto. Basta poi pesarlo sulla bilancia della propria coscienza ed è così che saprete quante volte siete stati fraintesi.
Qualcuno potrebbe obiettare su cosa c’entrino il senso di colpa e la coda di paglia.
Il loro zampino c’è sempre. Sempre.
Fin da quando ero piccola, anche se la colpa era degli altri, l’unica che si castigava ero io. E allora nel fraintendimento il senso di colpa gioca un ruolo fondamentale, perché è sempre un po’ colpa di se stessi se gli altri non capiscono cosa diciamo. A volte parliamo a voce troppo bassa, talmente bassa che anche un sussurro è più limpido. Altre volte invece urliamo, e le nostre grida si confondono con il rombo di una moto che a cinquanta chilometri da noi sta correndo per andare chissà dove.
Conseguenza immediata del senso di colpa è la coda di paglia. Eh sì, perché una colpa sicuramente ce l’ho. E’ ovvio, è logico, è certo, è chiaro, è matematico, è scientifico, è provato, è testato, è risaputo.
E’ falso.
Il motivo per cui crediamo di meritare la decapitazione è l’unico che non ce la fa ottenere.
E allora altre congetture, altri ricordi da tirare fuori, ma quelli non vengono a galla. No, proprio non capiamo dove sia quella mano di colore che non andava bene, l’increspatura del foglio di carta sul quale si stava scrivendo la lista della spesa.
Capita di essere stati fraintesi, di sentirsi con le spalle al muro come chi è stato condannato alla pena capitale ed invece è innocente, ma lo si scoprirà solo dopo che la sua cenere volerà nel cielo.
Sono stata fraintesa 10.598,9 volte. Neanche so perché.
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