E. Hopper, Compartment C, Car 193, 1938 |
Un
viaggio in treno può essere visto come un racconto da sfogliare ad una velocità
media di 120km/h.
I binari sono indici di libri, libri che narrano storie d’Italia. Ogni stazione
è un capitolo e, tra l’una e l’altra, il filo di un racconto si dipana e scorre
davanti agli occhi. Ho letto storie di verde bellezza: pareti di alberi,
tappeti di campagna. Ma anche lo squallore: rifiuti ammassati sotto i ponti,
tra i fili d’erba, ai piedi di palazzine abbandonate a metà costruzione.
Ho letto storie di rispetto, come storie di violenza contro un Paese bello, ma
triste e maltrattato.
Anche con la musica nelle orecchie o una rivista tra le mani, a tutto ciò non
si può sfuggire, perché sono frammenti di vita che si impongono con prepotenza alla mente. Quei
lembi di terra bruciata, quei prati di fiori colorati, tutti i milioni di
contrasti di questa terra rimangono vividi nelle iridi, nei nervi, nella
memoria.
Durante un viaggio in treno da Gaeta a Napoli Centrale 18,08,2013 ore 16.21
E. Hopper, Railroad Sunset, 1929 |
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